I
due emisferi cerebrali rappresentano simbolicamente un modello di "coppia
di opposti" che interagiscono sinergicamente e costituiscono di fatto una
unica unità funzionale per l’adattamento e lo sviluppo del "sistema
uomo".
Uno degli aspetti più interessanti e
peraltro ben poco chiari del nostro cervello riguarda la caratteristica
configurazione dicotomica o bicompartimentale della corteccia cerebrale
rappresentata dai suoi due emisferi.
Gli emisferi cerebrali destro e sinistro sono le strutture nervose più recenti (neocortex) dal punto vista filogenetico, sono quasi identiche e poste in maniera speculare l’una rispetto all’altra; gli emisferi "parlano" tra di loro tramite un enorme fascio di fibre che li collega, chiamato corpo calloso; molte informazioni sul loro funzionamento provengono dallo studio di pazienti che avevano subito la resezione chirurgica di queste fibre e che conseguentemente incarnavano un specie di "cervello diviso".
L’emisfero sinistro controlla i movimenti e la sensibilità della parte destra del corpo e viceversa, ciò è dovuto al fatto che le fibre nervose provenienti dai due emisferi cerebrali si incrociano a livello del midollo allungato (la parte terminale dell’encefalo).
Gli emisferi cerebrali destro e sinistro sono le strutture nervose più recenti (neocortex) dal punto vista filogenetico, sono quasi identiche e poste in maniera speculare l’una rispetto all’altra; gli emisferi "parlano" tra di loro tramite un enorme fascio di fibre che li collega, chiamato corpo calloso; molte informazioni sul loro funzionamento provengono dallo studio di pazienti che avevano subito la resezione chirurgica di queste fibre e che conseguentemente incarnavano un specie di "cervello diviso".
L’emisfero sinistro controlla i movimenti e la sensibilità della parte destra del corpo e viceversa, ciò è dovuto al fatto che le fibre nervose provenienti dai due emisferi cerebrali si incrociano a livello del midollo allungato (la parte terminale dell’encefalo).
I due emisferi differiscono anche per
dimensione: l’emisfero destro
sembrerebbe essere più pesante e con la corteccia più spessa; l’emisfero sinistro ha la porzione
temporale più estesa rispetto al destro. Le differenze funzionali tra i
due emisferi non si limitano al controllo della motricità e della sensibilità
del corpo umano ma riguardano anche una diversa specializzazione rispetto alle
funzioni cognitive; più in
generale, si può dire che l’emisfero sinistro è più specializzato nelle
funzioni linguistiche (e quindi nella comunicazione) mentre il destro nelle funzioni
che implicano una elaborazione di tipo "visuo-spaziale". Da un
punto di vista
filogenetico, si può dire che la preferenza manuale destra (e
forse anche la specializzazione dell’emisfero sinistro per il linguaggio) risale ad alcuni milioni di anni fa e sembra essere una
peculiarità specie- specifica dell’homo sapiens, in quanto le
"asimmetrie funzionali" presenti nelle altre specie animali sono di poco
rilievo e talvolta dubbie. E’ molto probabile che la specializzazione
emisferica nell’uomo abbia avuto come tappa evolutiva fondamentale quella della
stazione eretta; questa "conquista evolutiva" ha consentito all’uomo
un controllo più ampio dello spazio e la possibilità di utilizzare gli arti
superiori, le mani, per manipolare oggetti e stimolare quindi una
specializzazione funzionale delle due metà del cervello. Una ulteriore
considerazione riguarda il fatto che originariamente il linguaggio era di tipo gestuale e quindi la mano
destra (controllata dall’emisfero sinistro) essendo più abile nelle
sequenze motorie fini, ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della
comunicazione che successivamente sarebbe diventata di tipo verbale; ciò
conferma inevitabilmente la peculiarità dell’emisfero sinistro nelle funzioni
linguistiche.
L’emisfero sinistro: è stato per molto tempo il più studiato dal punto di vista neuropsicologico a causa del suo coinvolgimento nei processi linguistici e quindi del suo "valore localizzatorio" nello studio delle lesioni cerebrali; già nel 2500 a.C. circa, i medici egiziani segnalavano la stretta associazione tra disturbi del linguaggio e paralisi del lato destro del corpo; questo emisfero sembrerebbe avere funzioni più specifiche del suo controlaterale.
Per quanto riguarda livelli alti di elaborazione cognitiva, questo emisfero sembrerebbe avere una specializzazione nei processi di analisi e categorizzazione; in altre parole nella capacità di scomporre analiticamente una configurazione globale nei suoi elementi costituenti (sia questa una figura, un problema o un concetto).
L’emisfero destro: è stato senz’altro meno studiato probabilmente a causa della sua relativa "asintomaticità" nel caso di lesioni cerebrali, e solo da pochi anni è stata studiata a fondo la sua peculiarità per le prestazioni visuo-spaziali. Questo emisfero sembra collegato più dell’altro al lato affettivo ed emotivo del comportamento; considerando l’aspetto filogenetico, alcuni esperimenti hanno dimostrato che l’emisfero destro del ratto ha un ruolo predominante nei comportamenti aggressivi ed emotivi, inoltre è stata postulata l’esistenza di una relazione tra comportamenti di paura, attacco, lotta e fuga (comportamenti che nei nostri predecessori erano strettamente collegati alla conservazione del territorio) e la capacità di organizzare una rappresentazione mentale dello spazio fisico.
Da un punto di vista funzionale questo emisfero è specializzato nella
elaborazione degli stimoli visivi, nella rappresentazione mentale dello spazio
e del tempo (ad esempio nel ruotare mentalmente una figura), nel riconoscimento
dei volti non conosciuti, nel riconoscimento delle espressioni facciali (spesso
espressione di stati emotivi) nella percezione e nella produzione della
musica. Considerando il funzionamento di
questo emisfero rispetto a funzioni cognitive gerarchicamente superiori, una
serie di dati sperimentali ne mette in rilievo la peculiarità nei processi di
sintesi e nella percezione della globalità di una struttura, (figura, problema,
o concetto che sia), partendo dagli elementi che la compongono. Per esempio nel
caso di una immagine, la capacità di unire l’insieme dei dettagli percependo la
figura nel suo insieme. La neuropsicologia sembra non
prendere in considerazione modelli definiti "fantasiosi", come
quello che attribuirebbe all’emisfero sinistro il pensiero logico-razionale ed
al destro il pensiero creativo ed artistico. A questo proposito credo che
vadano fatte alcune considerazioni: è indubbio che i due emisferi funzionino
come un’unica struttura, i dati sulla plasticità neuronale del nostro cervello
(il fatto che in caso di lesioni del tessuto nervoso, altre aree, a volte
nell’emisfero opposto a quello leso, sostituiscano funzionalmente quelle
"morte") sono molto consistenti, ciò non toglie nulla, e quindi non è
in opposizione al fatto che i due emisferi abbiano una certa specificità anche
nel funzionamento a livello "superiore". Il modello "emisfero
sinistro - pensiero razionale ed emisfero destro - pensiero creativo", se
non viene inteso come una rigida dicotomia, è in realtà
coerente a molte osservazioni rilevate sia nella esperienza clinica che
psicoanalitica.
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